
IL PRINCIPE
DEI TORRENTI
Il sole sta tramontando nell’incavo di questa stretta valle ed io, seduto su un masso a bordo del torrente, sono perso tra i miei pensieri. Respiro a pieni polmoni questa aria gelida, che porta con sé odore di muschio e humus, la memoria della foresta. Nelle orecchie lo scorrere dell’acqua del torrente: non è assordante, ma non lascia spazio ad altri rumori. Inibisce qualsiasi cosa stia accadendo attorno a me e non mi permette di usare questo senso per scorgere qualche soggetto interessante nei dintorni. Ma nonostante ciò, ad un certo punto sento un tintinnio, debolissimo. Un fischio sommesso, quasi impercettibile causa lo scrosciare continuo dell’acqua, ma che non lascia dubbi: “Sei qui, finalmente” penso tra e me e me, “vediamo se riuscirai a regalarmi qualche scatto interessante…”.
Comprenderò in seguito che il richiamo di questi uccelli è molto acuto, il cui suono viaggia con particolari frequenze, così da essere chiaramente udibile nei dintorni a dispetto del rumore dell’ambiente circostante.
Mi alzo ed inizio a raggiungere la zona alta del torrente dove l’ho visto volare, un volo dritto e agile a sfiorare la superficie, quasi mai utilizzando altre traiettorie al di fuori di quella tracciata dall’acqua. Cammino tra massi, ghiaia, spesso in acqua, sempre con molta cautela e evitando assolutamente movimenti bruschi: sono creature molto diffidenti nei confronti dell’uomo e se mi scorge, addio foto.

Il Merlo acquaiolo, sorpreso nel suo classico appostamento sopra ad un masso di un torrente alpino
Ed è così che da lontano scorgo qualcosa appollaiato su un masso che continua ad “annuire”, flettendosi sulle zampe in un incessante movimento di “sali e scendi”, coda inclusa.
Abitante inconfondibile dei torrenti montani, a mio parere poche creature riescono ad essere così affascinanti così come il Merlo acquaiolo, Cinclus cinclus (Linnaeus, 1758), sia per l’aspetto che per le sue singolari abitudini. Dell’ordine dei passeriformi, questo piccolo uccello desta da sempre grande interesse, in quanto conduce uno stile di vita alquanto insolito. La caratteristica sicuramente più notevole è la sua possibilità di immergersi, essendo l’unica specie tra i passeriformi con un’abilità simile. Inusuale abilità che attira appunto l’attenzione su questa specie, a partire da appassionati naturalisti, studiosi ed infine noi fotografi naturalisti.
Misura circa 20 cm, il suo peso può variare tra i 40-80 grammi, corporatura robusta e aspetto tozzo, con testa grande e rotonda che sembra incassata direttamente nel torso, ali corte ed agili. Praticamente, nonostante il nome, è circa grande quanto uno storno.
Il colore del piumaggio ha caratteristiche distintive, dominano le tonalità del bruno. Il dorso e le ali sono ricoperti da piume marrone scuro mentre sulla testa e sulla nuca la colorazione è più chiara. Il petto ed il collo invece presentano una netta macchia bianco candido. Il piumaggio su schiena ed ali sembra essere formata da un complicato motivo squamoso. Tuttavia, può essere visto solo da vicino, da lontano questo motivo non è molto percepibile.

Esemplare adulto in cui si riconosce molto bene la macchia golare bianca ed il curioso motivo squamoso sulla schiena

Le palpebre grigio-bianche risultano ben evidenti quando chiude gli occhi.
Si può affermare che è un puro abitante dei fiumi: qui si nutre, costruisce nidi e si riproduce. Ma non tutti i fiumi sono in grado di ospitare questa specie: devono avere particolari caratteristiche affinché il Merlo decida di chiamarlo “casa”. Sceglie infatti fiumi poco profondi con acqua che scorre veloce e limpida e fondale ghiaioso, riconducibili a corsi d’acqua a carattere torrentizio, con rive pietrose e rocce affioranti a garantirgli numerosi punti di appoggio. Non lo si potrà quindi scorgere in aree con acqua stagnante, non ama fiumi a flusso lento e costante o con acqua fangosa. Tutti questi requisiti sono strettamente correlati al loro stile di vita e la sua presenza è indice della qualità dell’acqua dei torrenti di montagna. Sarà inoltre difficile osservarlo in compagnia di altri esemplari, risultando tendenzialmente di carattere solitario e vivendo in coppia solamente durante il periodo degli amori.

Esemplare giovane: la colorazione tipica non è ancora completa e i toni in generale risultano sbiaditi
Per quanto detto quindi, possiamo osservarlo, e con molta fortuna fotografarlo, per lo più in acqua o vicino ad esso, dall’alto del suo appostamento, in genere dalla riva o da massi affioranti, mentre si sta preparando per pranzare o ha appena finito di farlo.
Essendo molto diffidente nei confronti dell’uomo, bisogna cercare di rimanere nascosti alla sua vista e avere la pazienza di attendere che sia lui ad avvicinarsi il più possibile. Sarà proprio in quel momento che si assiste allo spettacolo: tuffi, salti e nuotate nelle gelide ed impetuose acque dei torrenti montani, alla costante ricerca di cibo.
Una volta avvistata la preda dai loro punti sopraelevati d’elezione (massi e rocce affioranti), è tempo di immergersi: testa inclinata verso il basso, corpo obliquo, ali ripiegate e salto a zampe unite in acqua. Dopo aver eseguito il tuffo, i movimenti che fa sott’acqua sono assimilabili ai movimenti che farebbe durante il volo. Incontrando il flusso del torrente, apre le ali in modo che la corrente lo prema sul fondo, al quale rimarrà attaccato grazie alle sue forti zampe e robuste unghie. Aggrappandosi quindi tenacemente ai ciottoli di fondo, per spostarsi muove leggermente le ali, con movimenti che regolano l’angolo e la dimensione della superficie delle ali. Questo permette infatti di cambiare la direzione del movimento e resistere al flusso, allo stesso modo che farebbe se stesse volando ed il fluido in questione fosse l’aria. Certo, la resistenza che dovrà fornire sarà molto maggiore, senza contare il fatto che non può respirare!

Corsi d'acqua a carattere torrentizio creano l'ambiente elettivo del Merlo acquaiolo
Una piccola curiosità: in Norvegia è considerato un simbolo nazionale, per la sua semplicità esteriore e il grande coraggio e destrezza. Per fare in modo che i bambini non avessero paura del freddo, e che crescessero sani e fortunati, dei talismani recanti un’ala di merlo venivano appesi sulle loro culle.

Il Merlo acquaiolo, presenza invisibile ed essenziale dei torrenti alpini.
Il sole si è nascosto dietro le creste già da un po’, la luce che rimane non mi permette di fare altri scatti, ma sono contento così. Richiudo il treppiede, metto la macchina fotografica nello zaino e mi siedo per qualche altro minuto a bordo del torrente. Un leggero brivido di freddo mi percorre la schiena: ero così concentrato che non mi sono accorto quanto si è abbassata la temperatura. Lo osservo da lontano e vedo che sta continuando la sua opera di ricerca cibo, apparentemente incurante del gelo che ci circonda. Sorrido, riesco a portare a casa qualche scatto interessante, mantenendo la fedeltà a quei magici istanti. Ho passato qualche ora in compagnia di questo piccolo amico, avvolto solo dal rumore dell’acqua che scorre e penso che, alla fine, la felicità sia la somma di tutte queste cose.